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      Tra le quali nazioni, essendo stato l'impeto dell'altre quasi come uno torrente, continuò per settanta anni la potenza de' goti, gente di nome e di professione cristiana e uscita dalla prima origine sua delle parti di Dacia e di Tartaria. La quale essendo finalmente stata cacciata d'Italia dall'armi degli imperadori, cominciò di nuovo Italia a governarsi per magistrati greci, de' quali quello che era superiore a tutti, detto con greco vocabolo esarco, risedeva a Ravenna, città antichissima e allora molto ricca e molto frequente per la fertilità del paese e perché, dopo l'augumento grande che ebbe per l'armata potente tenuta continuamente da Cesare Augusto e da altri imperadori nel porto quasi congiuntogli, e che ora non apparisce, di Classe, era stata abitata da molti capitani, e poi per lungo tempo da Teoderico re de' goti e da i suoi successori; i quali, avendo a sospetto la potenza degli imperadori, aveano eletta quella piú tosto che Roma per sedia del regno loro, per l'opportunità del suo mare piú propinquo a Costantinopoli: la quale opportunità, benché per contraria ragione, seguitando gli esarchi, fermatisi quivi, deputavano al governo di Roma e delle altre città d'Italia magistrati particolari, sotto titolo di duchi. Da questo ebbe origine il nome dello esarcato di Ravenna sotto il quale nome si comprendeva tutto quello che, non avendo duchi particolari, ubbidiva immediatamente allo esarco. Nel quale tempo i pontefici romani, privati in tutto di potenza temporale, e allentata, per la dissimilitudine de' costumi loro già cominciati a trascorrere, la reverenza spirituale, stavano quasi come subietti agli imperadori; senza la confermazione de' quali o de' loro esarchi, benché eletti dal clero e dal popolo romano, non ardivano di esercitare o di accettare il pontificato: anzi gli episcopi costantinopolitano e ravennate (perché comunemente la sedia della religione séguita la potenza dello imperio e delle armi) disputavano spesso della superiorità con l'episcopo romano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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