Ma essendo cominciata a indebolire la potenza degli imperadori, prima per le discordie nate tra i discendenti medesimi di Carlo magno, mentre che in loro risedeva la degnità imperiale e dipoi per l'essere stata trasportata ne' príncipi tedeschi, non potenti come erano stati, per la grandezza del regno di Francia, i successori di Carlo, i pontefici e il popolo romano, da' magistrati del quale cominciò Roma, benché tumultuosamente, a governarsi, derogando in tutte le cose quanto potevano alla giurisdizione degli imperadori, statuirono per legge che non piú la elezione de' pontefici avesse a essere confermata da loro; il che per molti anni si osservò diversamente, secondo che per la variazione delle cose sorgeva o declinava piú la potenza imperiale. La quale essendo accresciuta poiché lo imperio pervenne negli Ottoni di Sassonia, Gregorio, medesimamente di Sassonia, eletto pontefice per favore di Ottone terzo, che era presente, mosso dall'amore della propria nazione e sdegnato per le persecuzioni ricevute da' romani, trasferí per suo decreto nella nazione germanica la facoltà di eleggere gli imperadori romani, in quella forma che insino alla età nostra si osserva; vietando agli eletti, per riservare a' pontefici qualche preeminenza, di non usare il titolo di imperadori o di Augusti se prima non ricevevano da' pontefici la corona dello imperio (donde è introdotto il venire a Roma a incoronarsi), e di non usare prima altro titolo che di re de' romani e di Cesari. Ma mancati poi gli Ottoni, e diminuita la po
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