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      Ma ritornando al principale proposito nostro, dal quale il dolore giustissimo del danno publico m'aveva, piú ardentemente che non conviene alla legge dell'istoria, traportato, le città di Romagna, vessate come l'altre suddite alla Chiesa da questi accidenti, si reggevano, già molti anni, in quanto all'effetto, quasi come separate dal dominio ecclesiastico; perché alcuni de' vicari non pagavano il censo debito in recognizione della superiorità, altri lo pagavano con difficoltà e spesso fuora di tempo, ma tutti indistintamente senza licenza de' pontefici si conducevano agli stipendi di altri príncipi, non eccettuando di non essere tenuti a servirgli contro alla Chiesa, e ricevendo obligazione da loro di difendergli eziandio contro all'autorità e l'armi de' pontefici: da' quali erano ricevuti cupidamente, per potersi valere delle armi e delle opportunità degli stati loro, né meno per impedire che non si accrescesse la potenza de' pontefici. Ma in questo tempo erano possedute da' viniziani in Romagna le città di Ravenna e di Cervia, delle quali avevano molti anni innanzi spogliati quegli della famiglia da Polenta, divenuti prima, di cittadini privati di Ravenna, tiranni della loro patria e poi vicari; Faenza Furlí Imola e Rimini erano dominate da vicari particolari; Cesena, signoreggiata lungamente dalla famiglia de' Malatesti, morendo non molti anni innanzi senza figliuoli Domenico ultimo vicario di quella città, era ritornata sotto l'imperio della Chiesa. Perciò il pontefice, pretendendo che quelle città fussino per diverse cause devolute alla sedia apostolica e volere reintegrarla nelle sue antiche giurisdizioni, ma con intenzione veramente di attribuirle a Cesare suo figliuolo, avea convenuto col re di Francia che, acquistato che avesse il ducato di Milano, gli desse aiuto a ottenere solamente quelle che erano possedute da' vicari, e oltre a queste la città di Pesero della quale era vicario Giovanni Sforza già suo genero; perché la grandezza de' viniziani non permetteva che contro a loro si distendessino questi pensieri: i quali né si distendevano, per allora, a quelle piccole terre che, contigue al fiume del Po, erano tenute dal duca di Ferrara.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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