Concorrendo adunque in Ferdinando e nel re di Francia la medesima inclinazione, l'uno per rimuoversi gli ostacoli e le difficoltà, l'altro per acquistare parte di quello che lungamente aveva desiderato, poiché a conseguire il tutto non appariva alcuna occasione, si convenneno di assaltare in uno tempo medesimo il reame di Napoli, il quale tra loro si dividesse in questo modo: che al re di Francia toccasse la città di Napoli con tutta la Terra di Lavoro e la provincia dello Abruzzi, e a Ferdinando le provincie di Puglia e di Calavria; e che ciascuno si conquistasse da se stesso la sua parte, non essendo l'altro obligato ad aiutarlo ma solamente a non impedirlo. E sopra tutto convenneno che questa concordia si tenesse segretissima, insino a tanto che l'esercito che il re di Francia mandasse a quella impresa fusse arrivato a Roma: al qual tempo gli imbasciadori di amendue, allegando essersi fatta per beneficio della cristianità questa convenzione e per assaltare gli infedeli, unitamente ricercassino al pontefice che concedesse la investitura
secondo la divisione convenuta tra loro; investendo Ferdinando sotto titolo di duca di Puglia e di Calavria e il re di Francia sotto titolo non piú di Sicilia ma di re di Ierusalem e di Napoli. Il quale titolo del regno ierosolimitano, pervenuto una volta in Federigo secondo, imperadore romano e re di Napoli, per dote della sua moglie figliuola di Giovanni re di Ierusalem, in nome ma non in effetto, era stato continuamente usato da' re seguenti; benché in uno tempo medesimo se l'avessino, per diverse ragioni, non meno cupidamente appropriato i re di Cipri della famiglia Lusignana: tanto sono avidi i príncipi di abbracciare colori da potere con apparente onestà vessare, benché spesso indebitamente, gli stati posseduti da altri.
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