Faceva in questo tempo Pietro Navarra certe barche coperte, con le quali, accostatosi al muro di Castel dell'Uovo piú sicuramente, fece la mina dalla parte che guarda Pizzifalcone, non s'accorgendo quegli che erano dentro dell'opera sua; per la quale, dato il fuoco, balzò con grande impeto in aria una parte del masso insieme con gli uomini che vi erano sopra; per il qual caso spaventati gli altri fu subito presa la fortezza, con tanta riputazione di Pietro Navarra e con tanto terrore degli uomini che (come sono piú spaventevoli i modi nuovi dell'offese perché non sono ancora escogitati i modi delle difese) si credeva che alle sue mine muraglia o fortezza alcuna resistere piú non potesse. Ed era certamente cosa molto orribile che con la forza della polvere d'artiglieria, messa nella cava o veramente nella mina, si gittassino in terra grandissime muraglie. La quale specie d'espugnazione era stata la prima volta usata in Italia da' genovesi, co' quali, secondo che affermano alcuni, militava per fante privato Pietro Navarra, quando l'anno mille quattrocento ottantasette s'accamporono alla rocca di Serezanello tenuta da' fiorentini; ove con una cava fatta in simile modo aperseno parte della muraglia; ma non conquistando la rocca, per non essere la mina penetrata tanto sotto i fondamenti del muro quanto era necessario, non fu seguitato per allora l'esempio di questa cosa.
Ma approssimandosi Consalvo a Gaeta, Allegri, che aveva distribuito quattrocento lancie e quattromila fanti, di quegli che s'erano salvati della rotta, tra Gaeta, Fondi, Itri, Traietto e Rocca Guglielma, gli ritirò tutti in Gaeta; e vi entrorno insieme i príncipi di Salerno e di Bisignano il duca di Traietto il conte di Consa e molti baroni del regno, che prima si erano uniti con lui.
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