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      Espedito di dare il guasto, andò il campo a Vico Pisano, il quale si ottenne senza difficoltà: perché il baglí, minacciando cento fanti franzesi che v'erano dentro che e' sarebbono puniti come inimici del re e promettendo loro il soldo di uno mese, fu operatore che se n'uscissino; per la partita de' quali furono costretti quegli di Vico Pisano arrendersi liberamente. Preso Vico, si circondò subito la Verrucola dove erano pochi difensori, perché non vi entrasse nuova gente; e condottevi di poi per quegli monti aspri con difficoltà grande l'artiglierie, quegli di dentro aspettati pochi colpi s'arrenderono, salvo l'avere e le persone. È il sito del monte della Verrucola, nella sommità del quale era stata fabbricata una piccola fortezza, nelle guerre lunghe che si fanno nel contado di Pisa, di molta importanza; perché, vicino a Pisa a cinque miglia, non solo è opportuno a infestare il paese circostante, e insino in sulle porte di quella città, ma ancora a scoprire tutte le cavalcate e genti che n'escono; e il quale, in questa guerra, e da Paolo Vitelli e da altri era invano piú volte stato tentato. Ma la confidenza che i pisani aveano avuta che avesse a difendere Vico Pisano, senza l'acquisto del quale non potevano i fiorentini mettersi a campo alla Verrucola, era stata cagione che non l'aveano proveduta sufficientemente. Spaventò molto i pisani la perdita della Verrucola; e nondimeno, ancora che e' ricevessino tanti danni, avessino pochissimi soldati forestieri mancamento di danari carestia di vettovaglie, non si piegavano a ritornare all'ubbidienza de' fiorentini, mossi principalmente dalla disperazione di ottenere venia per la coscienza dell'offese gravissime fatte loro.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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