Ma per la morte del pontefice l'esercito, governato dal marchese di Mantova con titolo di luogotenente del re, e in compagnia sua, quanto all'effetto ma non in nome, dal baglí di Occan e da Sandricort (perché la Tramoglia ammalato s'era fermato a Parma) non aspettati i svizzeri, s'era condotto nel territorio di Siena con intenzione di andare a Roma, perché cosí avea commesso il re, ed eziandio che andasse a Ostia l'armata di mare che era a Gaeta, per impedire (secondo dicevano) se Consalvo volesse andare con l'esercito a Roma per costrignere i cardinali a eleggere ad arbitrio suo il nuovo pontefice. Soggiornorono nondimeno qualche dí tra Buonconvento e Viterbo, perché avendo, per le turbolenze di Roma, i mercatanti fatto difficoltà d'accettare le lettere di cambio mandate di Francia, i svizzeri condotti in quel di Siena recusavano, se prima non erano pagati, passare piú avanti.
Nel qual tempo non erano minori i tumulti nel territorio di Roma, e in molti altri luoghi dello stato della Chiesa e del Valentino. Perché gli Orsini e tutti i baroni romani ritornavano agli stati loro; i Vitelli erano tornati in Città di Castello; e Giampaolo Baglione aveva, sotto speranza d'un trattato, assaltato Perugia, e benché messo in fuga dagli inimici fusse stato costretto a partirsene, nondimeno tornatovi di nuovo con molta gente e con gli aiuti scoperti de' fiorentini, datovi uno assalto gagliardo, v'entrò dentro, non senza qualche uccisione degli inimici e de' suoi. Aveva e la terra di Piombino pigliato l'armi, e benché i sanesi si sforzassino di occuparla vi ritornò, col favore de' fiorentini, il vecchio signore.
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