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      Ma Consalvo, intesa la levata loro, seguitandogli con l'esercito, spinse innanzi Prospero Colonna co' cavalli leggieri, acciò che essendo travagliati da loro fussino costretti a camminare piú lentamente. I quali essendo giunti alle spalle di essi, alla fronte di Scandi, cominciorono insieme a scaramucciare, non intermettendo i franzesi di camminare e nondimeno fermandosi spesso, per non si disordinare, a' ponti e a' passi forti; donde dopo essersi alquanto sostenuti si ritiravano, sempre con ricevere qualche danno: ed era l'ordine del procedere loro, l'artiglierie innanzi a tutti, la fanteria dipoi e in ultimo luogo i cavalli, de' quali quegli che erano gli ultimi combattevano continuamente con gl'inimici. Cosí essendo proceduti, ora fermandosi ora leggiermente combattendo, insino al ponte che è innanzi a Mola di Gaeta, la necessità costrinse il viceré a fare fermare una parte delle sue genti d'arme in su quel passo, per dare spazio di discostarsi alle sue artiglierie; le quali, non potendo procedere con la celerità con la quale procedevano le genti, già cominciavano a mescolarsi con loro. Però appiccata in quello luogo una battaglia grande, sopragiunse poco dipoi il retroguardo spagnuolo, che passato il fiume senza resistenza alcuna, con le barche medesime del ponte che era stato rotto da' franzesi, camminava verso Gaeta per la strada diritta; essendo Consalvo, col resto dell'esercito, andato sempre per la costiera. Combattessi al ponte di Mola per alquanto spazio di tempo ferocemente; sostenendosi i franzesi, benché pieni di molto timore, principalmente per la fortezza del sito, e assaltandogli gli spagnuoli, a' quali già pareva essere in possessione della vittoria, molto impetuosamente.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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