Finalmente i franzesi non potendo piú resistere, e temendo non fusse tagliata loro la strada da una parte delle genti la quale Consalvo aveva mandata per la costiera a questo effetto, cominciorono con disordine a ritirarsi; e seguitandogli continuamente gli inimici, arrivati al capo di due vie, delle quali l'una va a Itri l'altra a Gaeta, si messono in manifesta fuga; restandone morti molti, tra' quali Bernardino Adorno luogotenente di cinquanta lancie, lasciate l'artiglierie con tutti i cavalli del suo servigio, che erano stati condotti di Francia, piú di mille; e restandone molti prigioni: gli altri fuggirono in Gaeta, seguitati vittoriosamente insino alle porte di quella città. E nel tempo medesimo Fabrizio Colonna, mandato da Consalvo, poiché ebbe passato il fiume, con cinquecento cavalli e mille fanti alla volta di Ponte Corvo e delle Frace, col favore della maggior parte delle castella e degli uomini del paese, svaligiò le compagnie di Lodovico della Mirandola e di Alessandro da Triulzi. Furono, oltre a questi, presi e spogliati per il paese molti di quegli i quali, alloggiati a Fondi a Itri e ne' luoghi circostanti, inteso essersi gittato il ponte dagli spagnuoli, non erano andati a unirsi con l'esercito alla torre del Garigliano ma per salvarsi avevano, sparsi, preso tumultuosamente il cammino in diversi luoghi. Maggiore infortunio ebbono Piero de' Medici, che seguitava il campo de' franzesi, e alcuni altri gentiluomini; i quali, essendo nella levata dello esercito dal Garigliano saliti in su una barca, con quattro pezzi di artiglieria per condurgli a Gaeta, per troppo peso e perché ebbono i venti contrari, alla foce del fiume andata sotto la barca, annegorono tutti.
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