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      Queste cose furono dette in generale da' cosmografi. Ma quanto al particolare dell'abitato della terra, data quella notizia che aveano di una parte della terra che è sotto al nostro emisperio, si persuasono che quella parte della terra che è sotto alla torrida zona, figurata in cielo dagli astrologi (nella quale zona si contiene la linea equinoziale) come piú prossima al sole, fusse per la calidità sua inabitabile, e che dal nostro emisperio non si potesse procedere alle terre che sono sotto la torrida zona né a quelle che di là da essa verso il polo meridionale consistono; le quali Tolemeo, per confessione di tutti principe de' cosmografi, chiamava terre e mari incogniti. Onde ed esso e gli altri presupposono che chi dal nostro emisperio volesse passare al seno arabico e al seno persico, o a quelle parti della India che prima feciono note agli uomini nostri le vittorie di Alessandro magno, fusse costretto andarvi o per terra, o approssimato che si fusse per il mare Mediterraneo quanto poteva a essi, fare per terra il rimanente del cammino. Queste opinioni e presuppositi essere stati falsi ha dimostrato a' tempi nostri la navigazione de' portogallesi. Perché avendo cominciato, già molti anni sono, i re di Portogallo a costeggiare, per cupidità di guadagni mercantili, l'Africa, e condottisi a poco a poco insino all'isole del Cavoverde dette dagli antichi, secondo l'opinione di molti, l'isole [Esperide], e che sono gradi [quattordici distanti dallo equinoziale verso il polo artico], preso di mano in mano maggiore animo, venuti con lungo circuito navigando verso il mezzodí al capo di Buona Speranza, promontorio piú distante che alcun altro della Affrica dalla linea equinoziale, e il quale dista da quello gradi [trentotto], e da quello volgendosi allo oriente, hanno navigato per l'oceano insino al seno arabico e al seno persico; ne' quali luoghi i mercatanti di Alessandria solevano comperare le spezierie, parte nate quivi ma che la maggiore parte vi sono condotte da [le isole Molucche] e altre parti della India, e di poi per terra, per cammino lungo e pieno di incomodità e di molte spese, condurle in Alessandria, e quivi venderle a' mercatanti viniziani; i quali condottele a Vinegia ne fornivano tutta la cristianità, ritornandone loro grandissimi guadagni: perché avendo soli in mano le spezierie costituivano i prezzi ad arbitrio loro, e co' medesimi legni co' quali le levavano di Alessandria vi conducevano moltissime mercatanzie, e i medesimi legni i quali portavano in Francia in Fiandra in Inghilterra e negli altri luoghi le spezierie tornavano medesimamente a Vinegia carichi di altre mercatanzie: la quale negoziazione augumentava medesimamente molto l'entrate della republica, per le gabelle e passaggi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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