Per la quale sua o deliberazione o necessità di non seguitare per allora, fuora del reame di Napoli, la vittoria restavano l'altre cose d'Italia piú presto in sospetto che in travaglio: perché i viniziani stavano, secondo l'usanza loro, sospesi ad aspettare l'esito delle cose; e a' fiorentini pareva acquistare assai se, nel tempo che totalmente disperavano del soccorso del re di Francia, non fussino assaltati dal gran capitano; e il pontefice, differendo ad altro tempo i suoi vasti pensieri, si affaticava perché il Valentino gli concedesse le fortezze di Furlí di Cesena e di Bertinoro, che sole per lui si tenevano nella Romagna, perché Antonio degli Ordelaffi aveva, pochi dí innanzi, ottenuta con premi quella di Forlimpopolo dal castellano. Consentí Valentino dare al pontefice i contrasegni di quella di Cesena: con i quali andato Pietro d'Oviedo spagnuolo per riceverla in nome del pontefice, il castellano, dicendo essergli disonore ubidire al padrone suo mentre che era prigione, e meritare di essere punito chi avesse presunto di fargli tale richiesta, l'aveva fatto impiccare. Donde il pontefice, escluso dalla speranza di poterle ottenere senza la liberazione del Valentino, convenne seco (della quale convenzione fu espedita per maggiore sicurtà una bolla nel concistoro) che il Valentino fusse posto nella rocca di Ostia, in assoluta potestà di Bernardino Carvagial spagnuolo, cardinale di Santa Croce, di liberarlo ogni volta che avesse restituito al pontefice le fortezze di Cesena e di Bertinoro e che della rocca di Furlí avesse consegnati i contrassegni al pontefice, e data sicurtà di banchi in Roma per quindicimila ducati; perché quel castellano prometteva di restituirla ricevuti che avesse i contrassegni e la quantità predetta, per sodisfazione delle spese le quali affermava d'avere fatte.
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