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      Perché se bene dopo i tempi antichi, ne' quali la disciplina militare s'amministrava severamente, i soldati erano stati sempre licenziosi e gravi a' popoli, nondimeno, non disordinate ancora in tutto le cose, vivevano in gran parte de' soldi loro né passava a termini intollerabili la loro licenza. Ma gli spagnuoli primi in Italia cominciorno a vivere totalmente delle sostanze de' popoli, dando cagione e forse necessità a tanta licenza l'essere dai suoi re, per l'impotenza loro, male pagati: dal quale principio ampliandosi la corruttela, perché l'imitazione del male supera sempre l'esempio come per il contrario l'imitazione del bene è sempre inferiore, cominciorno poi e gli spagnuoli medesimi e non meno gli italiani a fare, o siano pagati o non pagati, il medesimo; talmente che con somma infamia della milizia odierna, non sono piú sicure dalla sceleratezza de' soldati le robe degli amici che degli inimici.
     
      Lib.6, cap.11
     
      Il pontefice ottiene Forlí. Vicende della guerra di Firenze contro Pisa. Vani tentativi de' fiorentini di ridurre con la benevolenza l'inimicizia de' contadini pisani. Richieste d'aiuto de' pisani a Genova.
     
      La tregua fatta tra i re di Francia e di Spagna, con opinione che non molto di poi avesse a seguitare la pace, e in qualche parte la cattura del Valentino quietorono del tutto le cose della Romagna. Perché essendo prima Imola venuta per volontà de' capi di quella città in potestà del pontefice, né senza volontà del cardinale di San Giorgio nutrito da lui con vana speranza di restituirla a' Riari suoi nipoti; ed essendo, in quegli dí, per la morte d'Antonio degli Ordelaffi, entrato in Furlí Lodovico suo fratello naturale, sarebbe quella città venuta in mano de' viniziani, a' quali Lodovico conoscendosi impotente a tenerla l'offeriva, ma le condizioni de' tempi gli spaventorno da accettarla per non accrescere maggiore indegnazione nel pontefice: il quale non avendo chi se gli opponesse ottenne la terra, fuggendosene Lodovico, e finalmente, pagati i quindicimila ducati, la cittadella; la quale il castellano, fedele al Valentino, non consentí mai di dargli se prima per uomini propri mandati a Napoli non ebbe certezza della sua incarcerazione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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