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      Dopo la partita de' quali vennono oratori di Massimiliano e dello arciduca per dare perfezione alle cose trattate; nelle quali, perché si indirizzavano a maggiori fini, interveniva il vescovo di Sisteron, nunzio residente ordinariamente in quella corte per il pontefice, e il marchese del Finale mandato propriamente da lui per questa negoziazione: la quale essendo molte altre volte stata ventilata, e dimostrandosi l'utilità molto grande a tutti questi príncipi, ebbe facilmente conclusione che il matrimonio, trattato prima, di Claudia figliuola del re di Francia con Carlo primogenito dello arciduca avesse effetto; aggiugnendo, per maggiore corroborazione, che fusse confermato col giuramento e con la soscrizione del re di Francia, di Francesco monsignore d'Angolem, il quale, non nascendo al re figliuoli maschi, era il piú prossimo alla successione, e di molti altri signori principali del regno di Francia: che annullate per giuste e oneste cagioni tutte le investiture dello stato di Milano concedute insino a quel dí, Massimiliano ne concedesse la investitura al re di Francia per sé e per i figliuoli maschi, in caso n'avesse, e non avendo maschi fusse per favore del matrimonio predetto conceduta a Claudia e a Carlo, e morendo Carlo innanzi al matrimonio consumato fusse conceduta a Claudia e al secondogenito dell'arciduca, in caso ch'ella si maritasse a lui: che tra il pontefice il re de' romani e il re di Francia e l'arciduca si intendesse fatta confederazione a difesa comune e a offesa de' viniziani, per recuperare le cose che occupavano di tutti: che Cesare passasse in Italia personalmente contro a' viniziani, e poi potesse passare a Roma per la corona dell'imperio: che per la investitura, il re di Francia, come ne fusse espedito il privilegio, pagasse a lui sessantamila fiorini di Reno e sessantamila altri fra sei mesi; e ciascuno anno, nella festa della Natività del Signore, un paio di sproni d'oro: che a' re di Spagna fusse lasciato luogo di entrarvi infra quattro mesi, ma non dichiarato se, in caso non vi entrassino, fusse lecito al re di Francia di assaltare il regno di Napoli: che il re di Francia non aiutasse piú il conte palatino, il quale, stimolato da lui e sostentato dalla speranza de' soccorsi suoi, era in guerra grave col re de' romani: esclusi i viniziani, benché gli oratori loro fussino dal re sempre molto gratamente uditi e che 'l cardinale [di Roano], per liberargli di ogni sospetto, promettesse continuamente, con molto efficaci parole e giuramenti, che mai il suo re contraverrebbe alla confederazione che aveva con loro.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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