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      Ma avuto in questo tempo da' pisani il consentimento di riceverlo in Pisa, partitosi dal Vignale, dove era stato alloggiato dieci dí, la mattina de' diciassette d'agosto si scoperse con l'esercito in battaglia alle Caldane, un miglio sotto a Campiglia, con intenzione di combattere quivi con l'esercito fiorentino, il quale vi era andato ad alloggiare il dí davanti, ma era accaduto che avendo per spie venute del campo suo presentito qualche cosa della sua mossa s'era la notte medesima ritirato alle mura di Campiglia: ove conoscendo l'Alviano non gli potere assaltare senza disavvantaggio grande, si voltò al cammino di Pisa per la strada della Torre a San Vincenzio, che è distante da Campiglia cinque miglia. Da altra parte le genti de' fiorentini, governate da Ercole Bentivoglio, il quale, come era peritissimo del paese, non desiderava per l'opportunità del sito altro che di fare la giornata seco in quello luogo, si dirizzorono per la via che va da Campiglia alla Torre medesima di San Vincenzio; avendo fatto due parti de' cavalli leggieri, l'una delle quali seguitava l'esercito dell'Alviano molestandolo continuamente alla coda, l'altra andava innanzi a incontrare gli inimici per la via medesima, per la quale veniva dietro l'esercito fiorentino: e questi, arrivati alla Torre innanzi che vi arrivassino le genti dello Alviano e attaccatisi con quegli che venivano innanzi, da' quali essendo facilmente ributtati, si andorono ritirando alla volta dello esercito, che era già presso a mezzo miglio.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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