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      Nessuno essersi piú opposto e opporsi continuamente a' disegni loro, nessuno avere piú impedito la recuperazione di Pisa, nessuno piú procurato di alterare il presente governo, che Pandolfo Petrucci; egli avere confortato il Valentino a entrare armato nel dominio fiorentino, egli essere stato principale consultore e guida dello assalto di Vitelloz
      zo e della rebellione d'Arezzo, essersi mediante i suoi consigli congiunti con lo stato di Siena i genovesi e i lucchesi a sostentare i pisani, egli avere indotto Consalvo a pigliare la protezione di Piombino e a intromettersi di Pisa e a ingerirsi nelle cose di Toscana; e chi altri essere stato stimolatore e fautore di questo moto dell'Alviano? Doversi voltare l'esercito contro a lui, predare e scorrere tutto il contado di Siena, dove non si farebbe resistenza alcuna: potere succedere, con la reputazione dell'armi loro contro a lui, qualche movimento nella città, dove aveva molti inimici; e almeno non essere per mancare occasione di occupare qualche castello importante in quel contado, da tenerlo come per cambio e per pegno di riavere Montepulciano; e quello che non avevano fatto i benefici potersi sperare che facesse questo risentimento, di farlo per lo avvenire procedere con maggiore circospezione all'offese loro. Doversi nel medesimo modo correre poi il paese de' lucchesi, co' quali essere stato pernicioso usare tanti rispetti. Cosí potersi sperare di trarre della vittoria acquistata onore e frutto, ma andando all'oppugnazione di Pisa non si conoscere altro fine che spesa e disonore.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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