Le quali ragioni allegate concordemente non raffreddorno però lo ardore che aveva il popolo (che si governa spesso piú con l'appetito che con la ragione) che vi si andasse a porre il campo; accecato anche da quella opinione inveterata che a molti de' cittadini principali, per fini ambiziosi, non piacesse la recuperazione di Pisa. Nella quale sentenza essendo non meno caldo di tutti gli altri Piero Soderini gonfaloniere, convocato il consiglio grande del popolo, al quale non solevano referirsi queste deliberazioni, dimandò se pareva loro che si andasse col campo a Pisa: dove essendo co' voti quasi di tutti risposto che vi si andasse, superata la prudenza dalla temerità, fu necessario che l'autorità della parte migliore cedesse alla volontà della parte maggiore. Però si attese a fare le provisioni con incredibile celerità, desiderando prevenire non manco il soccorso del gran capitano che i pericoli de' tempi piovosi.
Con la quale celerità, il sesto dí di settembre, si accostò l'esercito con seicento uomini d'arme e settemila fanti sedici cannoni e molte altre artiglierie alle mura di Pisa, ponendosi tra Santa Croce e Santo Michele, nel luogo medesimo dove già si pose il campo de' franzesi; e avendo la notte seguente piantate prestissimamente le artiglierie, batterono il prossimo dí con impeto grande dalla porta di Calci insino al torrone di San Francesco dove le mura fanno dentro uno angolo: e avendo, da levata di sole, al quale tempo cominciorno a tirare l'artiglierie, insino a venti una ora rovinate piú di trenta braccia di muraglia, si fece dove era rovinato una grossa scaramuccia, ma con poco profitto, per non essere tanto spazio di muro in terra quanto sarebbe stato necessario a una terra dove gli uomini si erano presentati alla difesa col consueto animo e valore.
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