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      Perciò da altra parte aveva mandato a Pisa Baldassarre Biascia genovese, capitano delle sue galee, ad armare due galee sottili che v'avea fatte fare Alessandro pontefice, per essere, secondo si credeva, piú preparato, in caso che 'l re di Francia molestato ancora non poco dalle reliquie della infermità morisse, a liberare Genova dal dominio de' franzesi.
     
      Lib.7, cap.2
     
      Fortunoso viaggio dell'arciduca Filippo in Ispagna; suoi accordi con Ferdinando d'Aragona. Progetto di Massimiliano di passare in Italia per ricevere la corona imperiale. Massimiliano si porta a' confini dell'Ungheria con speranze di successione per la malattia del re Uladislao.
     
      In questo stato adunque e in tanta sospensione delle cose, fu il primo movimento dell'anno mille cinquecento sei la partita di Fiandra del re Filippo per passare per mare in Spagna, con grande armata. La quale andata per facilitare, temendo pure che 'l suocero non gli facesse con gli aiuti del re di Francia resistenza, si era, governandosi con l'arti spagnuole, convenuto con lui di rapportarsi nella maggiore parte delle cose al suo governo: che avessino a comune il titolo de' re di Spagna, come era stato comune tra lui e la reina morta; e che l'entrate si dividessino in certo modo: per il quale accordo il suocero, ancora che non bene sicuro dell'osservanza, gli aveva mandato in Fiandra per levarlo molto navi. Però imbarcato con la moglie e con Ferdinando suo secondogenito, prese con venti prosperi il cammino di Spagna; i quali essendo, in capo di due dí della sua navigazione, convertiti in venti avversissimi, travagliata da grandissima fortuna l'armata sua, dopo lunga resistenza fatta al furore del mare, si disperse in varie parti della costa d'Inghilterra e di Brettagna: ed egli con due o tre legni fu con grandissimo pericolo traportato in Inghilterra, nel porto d'Antona: la quale cosa intesa da Enrico settimo re di quella isola, che era a Londra, mandato subito molti signori a riceverlo con grandissimo onore, lo ricercò venisse a Londra; il che in potestà di Filippo, che si trovava quasi solo e senza navi, non era di negare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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