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      Nella quale varietà e fluttuazione di animo mentre stava vennono a lui imbasciadori di Massimiliano a significargli la deliberazione sua del passare in Italia e ricercarlo mettesse in ordine le cinquecento lancie che aveva promesso dare in suo favore, restituisse secondo la promessa fatta i fuorusciti dello stato di Milano, e a pregarlo anticipasse il pagamento de' danari che se gli dovevano pochi mesi poi: alle quali dimande ancorché il re non fusse inclinato a consentire fece dimostrazione di essere inclinato al contrario, non perciò se non a quelle che allora non ricercavano altro che parole; perché dimostrò desiderio grande che si mandassino a esecuzione le cose convenute, offerendosi prontamente a adempiere al tempo tutto quello a che era tenuto, ma negò con varie scuse l'anticipazione del pagamento. Da altra parte il re de' romani, non confidando piú dell'animo del re di Francia che 'l re si confidasse del suo, e desiderando con grande ardore il passare a Roma principalmente per prendere la corona dello imperio, per procurare poi l'elezione del figliuolo in re de' romani, tentava nel tempo medesimo di pervenire con altri mezzi allo intento suo. Perciò faceva instanza co' svizzeri di unirgli a sé; i quali dopo molte dispute fatte tra loro determinorno osservare l'accordo, che ancora durava col re di Francia per anni due; e a' viniziani aveva dimandato il passo per le terre loro: a' quali essendo molestissima la passata sua con esercito potente, dettono animo a rispondergli generalmente l'offerte del re di Francia, che gli confortò a apporsegli insieme con lui.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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