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      Però che e il pontefice, benché mal sodisfatto di lui perché non aveva mai mandato imbasciadori a dargli secondo l'usanza comune l'ubbidienza, cercava di incitarlo contro a viniziani, pensando che per recuperare i porti della Puglia avesse desiderio della bassezza loro: e i viniziani si ingegnavano di conservarselo amico; e i fiorentini e gli altri popoli di Toscana trattavano diversamente con lui per le cose di Pisa: molestate, questo anno, meno che il solito dall'armi de' fiorentini, perché non aveano impedito le loro ricolte, o stracchi dalle spese o perché la giudicassino per l'esperienza degli anni passati cosa vana, sapendo che i genovesi e i lucchesi si erano insieme per uno anno convenuti di sostentare con spesa certa e determinata quella città. Alla qual cosa gli aveva prima confortati Pandolfo Petrucci, offerendo che i sanesi farebbono il medesimo; ma da altra parte, manifestando con la sua consueta duplicità quel che si trattava a' fiorentini, ottenne da loro, perché si separasse dagli altri, che si prorogasse per tre anni la tregua che ancora durava tra i fiorentini e sanesi, ma con patto espresso che a' sanesi e a Pandolfo non fusse lecito dare aiuto alcuno a' pisani: colla quale scusa astenendosi da spendere per loro, non cessava nell'altre cose, quanto poteva, di consigliargli e favorirgli.
      Succedette, nell'anno medesimo, dalla tragedia cominciata innanzi a Ferrara nuovo e grave accidente. Perché Ferdinando, fratello del duca Alfonso, e Giulio, al quale dal cardinale erano stati tratti gli occhi, ma riposti senza perdita del lume nel luogo loro, per presta e diligente cura de' medici, si erano congiurati insieme contro alla vita del duca; mossi, Ferdinando, che era il secondogenito, per cupidità di occupare quello stato, Giulio per non gli parere che Alfonso si fusse risentito delle ingiurie sue, e perché non poteva sperare di vendicarsi contro al cardinale con altro modo: a' quali consigli interveniva il conte Albertino Buschetto gentiluomo di Modona.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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