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Discordie tumulti e ribellione in Genova. I genovesi deliberano di espugnare Monaco, e il re di Francia si prepara a ridurli a ubbidienza. Il pontefice delibera improvvisamente di tornare a Roma sdegnato col re per le vicende di Genova.
Alla fine di questo anno, acciò che l'anno nuovo non cominciasse senza materia di nuove guerre, seguitò la rebellione de' genovesi dalla divozione del re di Francia; non mossa principalmente da altri che da loro medesimi, né cominciato il fondamento da desiderio di ribellarsi ma da discordie civili che traportorono gli uomini piú oltre che non erano state le prime deliberazioni. La città di Genova, città veramente edificata in quel luogo per lo imperio del mare, se tanta opportunità non fusse stata impedita dal pestifero veleno delle discordie civili, non è come molte dell'altre d'Italia sottoposta a una sola divisione ma divisa in piú parti; perché vi sono ancora le reliquie delle antiche contenzioni de' guelfi e de' ghibellini. Regnavi la discordia, dalla quale furono già in Italia e specialmente in Toscana conquassate molte città, tra i gentiluomini e i popolari: perché i popolari, non volendo sopportare la superbia della nobiltà, raffrenorno la potenza loro con molte severissime e asprissime leggi; e infra le altre, avendo lasciata loro porzione determinata in quasi tutti gli altri magistrati e onori, gli esclusono particolarmente dalla degnità del doge, il quale magistrato, supremo a tutti gli altri, si concedeva per tutta la vita di chi era eletto: benché, per la instabilità di quella città, a niuno forse o a pochissimi fu permesso continuare tanto onore insino alla morte.
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