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      Onde Filippo di Ravesten, conoscendo stare quivi inutilmente e, per gli accidenti che potevano nascere, non senza pericolo, lasciato in luogo suo Roccalbertino, se ne partí; e il re disperato che le cose si potessino ridurre a forma migliore e giudicando che 'l consentire che le stessino cosí non fusse con degnità e con sicurtà sua, ed essere maggiore pericolo se si lasciassino trascorrere piú oltre, cominciò scopertamente a prepararsi con forze terrestri e marittime per ridurre i genovesi alla sua ubbidienza.
      La quale deliberazione fu cagione che si interrompessino le cose le quali tra 'l pontefice e il re di Francia si trattavano contro a' viniziani; desiderate molto dal re, liberato per la morte del re Filippo del sospetto avuto delle preparazioni di Massimiliano, ma molto piú desiderate dal pontefice, indegnatissimo contro a loro per l'occupazione delle terre della Romagna, e perché senza alcuno rispetto della sedia apostolica conferivano i vescovadi vacanti nel loro dominio, e si intromettevano in molte cose appartenenti alla giurisdizione ecclesiastica: onde inclinato del tutto alla amicizia del re, oltre allo avere publicato cardinali i vescovi di Baiosa e di Aus, chiesti innanzi con grande instanza, aveva ricercato il re che passasse in Italia e venisse a colloquio seco: il che il re aveva consentito di fare: ma intendendo poi la sua deliberazione di muovere l'armi in favore de' gentiluomini contro al popolo di Genova, ne ricevé grandissima molestia, essendo, per la inclinazione, antica delle parti di Savona sua patria, contrario a' gentiluomini e favorevole al popolo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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