Pagina (672/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Però fece instanza col re che si contentasse di avere, non alterando lo stato popolare, quella città a ubbidienza, e lo confortò efficacemente ad astenersi dalle armi, allegandone molte ragioni; e principalmente essere pericolo che, suscitandosi in Italia per questo moto qualche incendio, non si turbasse il muovere la guerra disegnata contro a' viniziani: alle quali ragioni vedendo che il re non acconsente, o traportato dallo sdegno e dal dolore o veramente essendosi rinnovato in lui, o da se stesso o per sottile artificio d'altri, l'antico sospetto della cupidità del cardinale di Roano, e perciò dubitando di non essere ritenuto dal re in caso si riducessino in uno luogo medesimo, e forse concorrendo l'una e l'altra cagione, publicò all'improviso, nel principio dell'anno mille cinquecento sette, contro all'espettazione di tutti, volere ritornarsene a Roma; non allegando altre cagioni che l'aria di Bologna essere nociva alla sua salute e l'assenza di Roma fargli non piccolo detrimento nell'entrate. Dette questa deliberazione ammirazione assai a ciascuno, e specialmente al re, che senza alcuna causa lasciasse imperfette le pratiche che tanto aveva desiderato, interrompendo il colloquio del quale egli medesimo l'aveva ricerco; e turbatosene molto, non lasciò indietro opera alcuna perché variasse da questo nuovo pensiero: ma era piú tosto nociva che vana l'opera sua, perché il pontefice, pigliando dalla instanza che se gli faceva maggiore sospetto, si confermava tanto piú nella sua deliberazione; nella quale stando pertinace, partí alla fine di febbraio da Bologna, non potendo dissimulare lo sdegno conceputo contro al re.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Italia Roano Roma Bologna Roma Bologna