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      Però, essendo in tutti ardore grandissimo a non comportare che la maestà dello imperio fusse, per negligenza loro, trasferita in altre nazioni, si cominciorno con unione grande a trattare gli articoli necessari, affermandosi per tutti doversi preparare esercito potentissimo, e bastante eziandio, quando fussino oppositi il re di Francia e tutti gli italiani, a rinnovare e recuperare in Italia le antiche ragioni dello imperio, state usurpate o per impotenza o per colpa de' Cesari passati. Cosí ricercare la gloria del nome germanico, cosí il concorso di tanti príncipi e di tutte le terre franche; ed essere una volta necessario dimostrare a tutto il mondo che, se bene la Germania per molti anni non aveva avuto le volontà unite, non era però che non avesse la medesima possanza e la medesima magnanimità la quale aveva fatto temere gli antichi loro da tutto il mondo, donde e in universale era nata al nome loro grandissima gloria e la degnità imperiale, e in particolare molti nobili n'avevano acquistato signorie e grandezze. E quante case illustri avere lungo tempo regnato in Italia negli stati acquistati con la loro virtú! Le quali cose si cominciorono a trattare con tanta caldezza che è manifesto che, già moltissimi anni, non era stata cominciata dieta alcuna dalla quale si aspettassino maggiori movimenti: persuadendosi universalmente gli uomini che, oltre all'altre ragioni, farebbe gli elettori e gli altri príncipi piú pronti la speranza che aveano che, per l'età tenera de' figliuoli del re Filippo, la degnità imperiale, continuata successivamente in Alberto, Federigo e Massimiliano, tutt'a tre della casa d'Austria, avesse finalmente a passare in altra famiglia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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