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      Ma quale di questo abbia a essere è difficile fare giudicio certo, perché depende non solo dalle volontà d'altri ma ancora da molti accidenti e da molte cagioni che appena lasciano questa deliberazione in potestà di chi l'ha a fare: nondimeno, per quel che si può asseguire con le congetture, e per quello che del futuro insegna l'esperienza del passato, a me pare sia cosa molto pericolosa e da starne con grandissimo timore. Perché dalla parte del re de' romani non è verisimile che abbia avere molta difficoltà, per l'ardente desiderio che gli ha di passare in Italia; e poterlo difficilmente fare se non si congiugne o col re di Francia o con noi: e se bene desideri piú la congiunzione nostra, chi può dubitare che escluso da noi si congiugnerà per necessità col re di Francia? non gli restando altro modo da pervenire a i disegni suoi. Dalla parte del re di Francia appariscono a questa unione maggiori difficoltà, ma non però a giudicio mio tali che possiamo promettercene sicurezza alcuna; perché a questa deliberazione lo possono indurre il sospetto e l'ambizione, stimoli potentissimi, e soliti ciascuno per sé a fare movimenti molto maggiori. Ègli nota l'instanza che fa il re de' romani della nostra unione; e benché falsamente, pure misurando la mente e gli appetiti nostri da se stesso, può dubitare che la suspicione che noi abbiamo di non essere prevenuti da lui ci induca a prevenire, sapendo massime esserci noto quel che tanto tempo hanno trattato insieme contro a noi: può ancora temere che l'ambizione ci muova, perché non dubiterà esserci offerti partiti grandissimi; e da questo timore che mezzo è bastante ad assicurarlo? non essendo cosa alcuna naturalmente piú sospettosa che gli stati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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