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      La quale conclusione, nella risposta feciono a' suoi oratori, si sforzorono di persuadere quanto potettono che fusse mossa piú da necessità, per la confederazione che avevano col re di Francia, e dalle condizioni de' tempi presenti che da volontà che avessino di dispiacergli in cosa alcuna: aggiugnendo essere sforzati dalla medesima confederazione di aiutarlo alla difesa del ducato di Milano col numero di gente espresso in quella, ma che in questo procederebbono con somma modestia, non trapassando in parte alcuna le loro obligazioni; ed eccettuato quello che fussino costretti di fare in questo modo per la difesa del ducato di Milano, non si opporrebbono ad alcuno altro progresso suo; come quegli che non erano, in quel che consistesse in potestà loro, per mancare mai di quegli uffici e di quella reverenza che convenisse al senato viniziano di usare verso uno tanto principe, e col quale non avevano mai avuto altro che amicizia e congiunzione. Né per questo procederono col re di Francia a nuove confederazioni e obligazioni, desiderando mescolarsi il meno potevano nella guerra tra loro, e sperando che forse Massimiliano, per non si accrescere difficoltà, lasciati stare in pace i confini loro, volterebbe l'armi sue o nella Borgogna o contro allo stato di Milano.
     
     
      Lib.7, cap.11
     
      Difficoltà di Massimiliano. I preparativi suoi, quelli del re di Francia e quelli dei veneziani. Fallita spedizione di fuorusciti genovesi contro Genova. Lamentele reciproche fra il re di Francia e il pontefice.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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