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      Ma vedendo uno giorno l'occasione di non essere bene guardata l'artiglieria, usciti furiosamente ad assaltarla e rotti i fanti che la guardavano, ne tirorno con grande ferocia due pezzi agli alloggiamenti loro; donde i viniziani inviliti, e giudicando anche vana l'oppugnazione, nella quale avevano perduti molti uomini, si ritirorno a Roveré: e i tedeschi si ritornorono a Trento, e pochi dí poi se ne disperse la maggiore parte. E le genti della dieta, delle quali, per venire chi piú presto e chi piú tardi, non ne erano mai stati insieme quattromila uomini (perché quasi tutti quegli che si messono insieme a Trento e a Cadoro erano de' paesi circostanti), finiti i loro sei mesi se ne ritornavano alle case loro; e la maggiore parte de' fanti comandati facevano il medesimo. Né Massimiliano, occupato a andare da luogo a luogo per vari pensieri e provisioni, era mai stato presente a queste cose; anzi rimessa la dieta di Olmo a tempo piú comodo, confuso tra se medesimo e pieno di difficoltà e di vergogna, se ne era andato verso Colonia, essendo stato occulto piú dí dove si trovava la persona sua, né potendo resistere con le forze sue a questo impeto, avendo perduto tutto quello teneva in Friuli e l'altre terre vicine, abbandonato da ciascuno, e in pericolo le cose di Trento, se le genti franzesi fussino volute congiugnersi con l'esercito viniziano a offenderlo. Ma il Triulzio, per comandamento del re che aveva fisso nell'animo piú di placare che di provocare, non volle passare piú oltre di quel che fusse necessario per la difesa de' viniziani.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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