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      Stimolava similmente l'animo del re contro a' viniziani nel tempo medesimo il pontefice, acceso oltre all'antiche cagioni da nuove indegnazioni; perché si persuadeva che per opera loro i fuorusciti di Furlí, i quali si riducevano a Faenza, avessino tentato di entrare in quella città, e perché nel dominio veneto aveano ricetto i Bentivogli, stati dal re scacciati del ducato di Milano; aggiugnendosi che all'autorità della corte di Roma avevano in molte cose minore rispetto che mai: nelle quali avea ultimatamente turbato molto l'animo del pontefice che avendo conferito il vescovado di Vicenza, vacato per la morte del cardinale di San Piero a Vincola suo nipote, a Sisto similmente nipote suo, surrogato da lui nella degnità del cardinalato e ne' medesimi benefici, il senato viniziano disprezzata questa collazione aveva eletto uno gentiluomo di Vinegia; il quale, recusando il pontefice di confermarlo, ardiva temerariamente nominarsi vescovo eletto di Vicenza dallo eccellentissimo consiglio de' pregati. Dalle quali cose infiammato, mandò prima al re Massimo secretario del cardinale di Nerbona e di poi il medesimo cardinale, che succeduto nuovamente per la morte del cardinale di Aus nel suo vescovado si chiamava il cardinale di Aus; i quali, uditi dal re con allegra fronte, riportorono a lui vari partiti da eseguirsi, e senza Cesare e unitamente con Cesare. Ma il pontefice era piú pronto a querelarsi che a determinarsi; perché da una parte combatteva nella sua mente il desiderio ardente che si movessino l'armi contro a' viniziani, da altra parte lo riteneva il timore di non essere costretto a spendere immoderatamente per la grandezza d'altri, e molto piú la gelosia antica conceputa del cardinale di Roano, per la quale gli era molestissimo che eserciti potenti del re passassino in Italia: e turbava in qualche parte le cose maggiori l'avere il pontefice conferito poco innanzi senza saputa del re i vescovadi d'Asti e di Piacenza, e il ricusare il re che 'l nuovo cardinale di San Piero in Vincola, a cui per la morte dell'altro era stata conferita la badia di Chiaravalle, beneficio ricchissimo e propinquo a Milano, ne conseguisse la possessione.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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