uali niuno potesse convenire senza consentimento comune: potessino essere nominati infra tre mesi il duca di Ferrara, il marchese di Mantova e ciascuno che pretendesse i viniziani occupargli alcuna terra; nominati, godessino come principali tutti i benefici della confederazione, avendo facoltà di ricuperarsi da se stessi le cose perdute: ammunisse il pontefice, sotto pene e censure gravissime, i viniziani a restituire le cose occupate alla Chiesa; e fusse giudice della differenza tra Bianca Maria moglie del re de' romani e il duca di Ferrara, per conto della eredità di Anna sorella di lei e moglie già del duca predetto: investisse Cesare il re di Francia, per sé per Francesco d'Anguelem e loro discendenti maschi, del ducato di Milano; per la quale investitura il re gli pagasse ducati centomila: non facessino né Cesare né l'arciduca, durando la guerra e sei mesi poi, novità alcuna contro al re cattolico per cagione del governo e de' titoli de' regni di Castiglia; esortasse il papa il re di Ungheria a entrare nella presente confederazione: nominasse ciascuno tra quattro mesi i collegati e aderenti suoi, non potendo nominare i viniziani né i sudditi o feudatari di alcuno de' confederati; e che ciascuno de' contraenti principali dovesse intra sessanta dí prossimi ratificare. Alla concordia universale s'aggiunse la particolare trall'arciduca e il duca di Ghelleri, nella quale fu convenuto che le terre occupate nella guerra presente allo arciduca, si restituissino, ma non già il simigliante di quelle che al duca erano state occupate.
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Ferrara Mantova Chiesa Bianca Maria Ferrara Anna Cesare Francia Francesco Anguelem Milano Cesare Castiglia Ungheria Ghelleri
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