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      E per questo avendo i lucchesi impauriti mandato a Firenze imbasciadori, rimasono finalmente concordi che tra l'una e l'altra republica fusse confederazione difensiva per anni tre, escludendo nominatamente i lucchesi dalla facoltà di aiutare in qualunque modo i pisani; la quale confederazione, recuperandosi per i fiorentini Pisa infra uno anno, si intendesse prorogata per altri dodici anni, e durante questa confederazione non dovessino i fiorentini, senza pregiudicio per ciò delle loro ragioni, molestare i lucchesi nella possessione di Pietrasanta e di Mutrone.
      Ma fu di momento molto maggiore a facilitare lo acquisto di Pisa la capitolazione fatta da loro coi re cristianissimo e cattolico. La quale, trattata molti mesi, aveva avuto varie difficoltà: temendo i fiorentini, per l'esperienza del passato, che questo non fusse mezzo a trarre da loro quantità grande di danari e nondimeno che le cose di Pisa rimanessino nel medesimo grado; e da altra parte interpretando il re di Francia procurarsi la dilazione artificiosamente, per la speranza che i pisani, l'estremità de' quali erano notissime, da loro medesimi cedessino, né volendo che in modo alcuno la ricuperassino senza pagargliene la mercede, comandò al Bardella suo suddito che si partisse da' soldi loro, e a Ciamonte che da Milano mandasse in aiuto de' pisani secento lancie: per la quale cosa, rimosse tutte le dubitazioni e difficoltà, convenneno in questa forma: non dessino né il re di Francia né il re d'Aragona favore o aiuto a' pisani, e operassino con effetto che da' luoghi sudditi a loro, o confederati o raccomandati, non andassino a Pisa vettovaglie né soccorso di danari né di genti né di alcun'altra cosa; pagassino i fiorentini in certi termini a ciascuno di essi, se infra un anno prossimo ricuperassino Pisa, cinquantamila ducati; e nel caso predetto si intendesse fatta tra loro lega per tre anni dal dí della recuperazione, per la quale i fiorentini fussino obligati difendere con trecento uomini d'arme gli stati che aveano in Italia, ricevendo per la difesa propria da qualunque di loro almeno trecento uomini d'arme.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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