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      E il medesimo dí il marchese di Mantova, come soldato del re da cui avea la condotta di cento lancie, corse a Casalmaggiore; il quale castello senza fare resistenza gli fu dato dagli uomini della terra, insieme con Luigi Bono officiale viniziano. Corse eziandio il medesimo dí da Piacenza Roccalbertino, con cento cinquanta lancie e tremila fanti passati in su uno ponte di barche, fatto dove l'Adda entra nel Po nel contado di Cremona; in altra parte del quale corsono similmente le genti che erano alla guardia di Lodi, gittato uno ponte in su Adda, e tutti i paesani della montagna di Brianza insino a Bergamo. Il quale assalto fatto in uno giorno medesimo da cinque parti, senza dimostrarsi gli inimici in luogo alcuno, ebbe maggiore strepito che effetto; perché Ciamonte si ritornò subito a Milano per aspettare la venuta del re che già era vicino, e il marchese di Mantova, che preso Casalmaggiore aveva tentato Asola invano, inteso che l'Alviano con molta gente aveva passato il fiume dell'Oglio a Pontemolaro, abbandonò Casalmaggiore.
      Fatto questo principio alla guerra, il pontefice incontinente publicò, sotto nome di monitorio, una bolla orribile; nella quale furno narrate tutte le usurpazioni che avevano fatte i viniziani delle terre pertinenti alla sedia apostolica, e l'autorità arrogatesi, in pregiudicio della libertà ecclesiastica e della giurisdizione de' pontefici, di conferire i vescovadi e molti altri benefici vacanti, di trattare ne' fori secolari le cause spirituali e l'altre attenenti al giudicio della Chiesa, e di molte altre cose, e tutte le inobbedienze passate.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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