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      Lib.8, cap.10
     
      Preparativi de' veneziani per la difesa di Padova; orazione del doge in senato. I giovani della nobiltà veneziana accorrono alla difesa di Padova. Massimiliano corre il contado, mentre la città viene sempre piú fortificata e approvvigionata.
     
      Ma espettazione di cose molto maggiori occupava in questo tempo gli animi di tutti gli uomini: perché Cesare, raccogliendo tutte le forze che per se stesso poteva e che gli erano concedute da molti, si preparava per andare con esercito potentissimo a campo a Padova; e da altra parte il senato viniziano, giudicando consistere nella difesa di quella città totalmente la salute sua, attendeva con somma diligenza alle provisioni necessarie a difenderla, avendovi fatto entrare, da quelle genti in fuora che erano deputate alla guardia di Trevigi, l'esercito loro con tutte quelle forze che da ogni parte aveano potute raccorre, e conducendovi numero infinito d'artiglierie di qualunque sorte, vettovaglie d'ogni ragione bastanti a sostentargli molti mesi, moltitudine innumerabile di contadini e di guastatori; co' quali, oltre all'avere con argini e con copia grande di legnami e di ferramenti riparato per non essere privati dell'acque che appresso alla terra di Limini si divertono a Padova, aveano fatto alle mura della città e faceano continuamente maravigliose fortificazioni. E con tutto che le provisioni fussino tali che quasi maggiori non si potessino desiderare, nondimeno in caso tanto importante era inestimabile la sollecitudine e la ansietà di quel senato, non cessando dí e notte i senatori di pensare, di ricordare e di proporre le cose che credevano che fussino opportune.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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