Aggiugnevansi a questa cavalleria dodicimila fanti de' piú esercitati e migliori di Italia, sotto Dionigi di Naldo, il Zitolo da Perugia, Lattanzio da Bergamo, Saccoccio da Spoleto e molti altri conestabili; diecimila fanti tra schiavoni greci e albanesi, tratti da le loro galee, ne' quali benché fusse molta turba inutile e quasi collettizia ve ne era pure qualche parte utile. Oltre a questi, la gioventú viniziana con quegli che l'aveano seguitata; la quale benché fusse piú chiara per la nobiltà e per la pietà verso la patria, nondimeno, per offerirsi prontamente a' pericoli e per l'esempio che faceva agli altri, non era di piccolo momento. Abbondavanvi, oltra alle genti, tutte l'altre provisioni necessarie: numero grandissimo d'artiglierie, copia maravigliosa di vettovaglie d'ogni sorte (non essendo stati meno solleciti i paesani a ridurle quivi per sicurtà loro che gli ufficiali viniziani in provedere e comandare che assiduamente ve ne entrassino) e moltitudine quasi innumerabile di contadini, i quali condotti a prezzo non cessavano mai di lavorare; talmente che quella città, fortissima per la virtú e per tanto numero di difensori, era stata riparata e fortificata maravigliosamente a quello circuito delle mura che circonda tutta la città; avendo alzata, a grande altezza per tutto il fosso, l'acqua che corre intorno alle mura di Padova, e fatti a tutte le porte della terra e in altri luoghi opportuni molti bastioni, dalla parte di fuora ma congiunti alle mura e che avevano l'entrata dalla parte di dentro; co' quali pieni di artiglierie si percotevano quegli che fussino entrati nel fosso: e nondimeno, acciò che la perdita de' bastioni non potesse portare pericolo alla terra, a tutti, dalla parte di sotto, avevano fatto una cava con bariglioni pieni di molta polvere, per potergli disfare e gittare in aria quando non si potessino piú difendere.
| |
Italia Dionigi Naldo Zitolo Perugia Lattanzio Bergamo Saccoccio Spoleto Padova
|