Pagina (813/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E nondimeno il campo era copioso di vettovaglie, delle quali si trovavano piene le case e le campagne per tutto; perché né il timore de' paesani né la sollecita diligenza de' viniziani né i danni infiniti de' soldati, da ogni parte, aveano potuto essere pari alla abbondanza grande di quello bellissimo e fertilissimo contado. Uscí ancora fuora di Padova in quei dí Lucio Malvezzo con molti cavalli, per condurre dentro quarantamila ducati mandati da Vinegia; il quale, benché il suo retroguardo fusse assaltato dagli inimici nel ritornare, gli condusse salvi, benché con perdita di qualcuno de' suoi uomini d'arme. Avevano, il nono dí, l'artiglierie fatto tanto progresso che non pareva fusse necessario procedere con esse piú oltre. Però il dí seguente si messe in battaglia, per accostarsi alle mura, tutto l'esercito; ma essendosi accorti che la notte medesima quegli di dentro avevano rialzata l'acqua del fosso che innanzi era stata abbassata, non volendo Cesare mandare le genti a manifestissimo pericolo, ritornò ciascuno agli alloggiamenti. Abbassossi di nuovo l'acqua; e il dí seguente si dette, ma con piccolo successo, uno assalto al bastione che era fatto alla punta della porta di Codalunga: onde Cesare, avendo deliberato di fare somma diligenza di sforzarlo, vi voltò l'artiglieria che era piantata dalla parte de' franzesi, i quali alloggiavano tra le porte di Ognisanti e di Codalunga; con la quale avendone rovinata una parte, vi fece dare dopo due dí l'assalto dai fanti tedeschi e spagnuoli accompagnati da alcuni uomini d'arme a piede, i quali ferocemente combattendo salirono in sul bastione, e vi rizzorono due bandiere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Padova Lucio Malvezzo Vinegia Cesare Codalunga Cesare Ognisanti Codalunga