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      Da questo parlamento Massimiliano, lasciato a guardia di Verona il marchese di Brandiborgh, andò alla Chiusa. E poco dipoi la Palissa, il quale era rimasto con cinquecento lancie nel veronese, allegando difficoltà degli alloggiamenti e molte incomodità, ottenuta quasi per importunità licenza da lui, si ritirò ne' confini del ducato di Milano; perché la intenzione del re era che avendo a stare le sue genti oziosamente alle guarnigioni stessino nello stato suo, ma che tornassino a servire Massimiliano per fare qualunque impresa gli piacesse, e specialmente quella di Lignago: la quale, desiderata e sollecitata sommamente da lui, si differí per le sue solite difficoltà tanto che essendo sopravenute per la stagione del tempo le pioggie grandi non si poteva piú campeggiare in quello paese, che per la bassezza sua è molto soprafatto dalle acque. Però Cesare, ridotto in queste difficoltà, desiderò di fare per qualche mese tregua co' viniziani: ma essi, pigliando animo da i suoi disordini e vedendolo aiutato cosí freddamente da' collegati, non giudicorno essere a loro proposito il sospendere l'armi.
     
      Lib.8, cap.12
     
      Dissenso fra il pontefice e il re di Francia. Cause di dissenso fra tutti i collegati per la benevolenza del pontefice verso i veneziani. Discussioni fra il pontefice e gli ambasciatori veneziani.
     
      Ritornossene alla fine Cesare a Trento, lasciate in pericolo grave le cose sue, e lo stato di Italia in non piccola sospensione, perché era nata tra 'l pontefice e il re di Francia nuova contenzione, il principio della quale benché paresse procedere da cagioni leggiere si dubitava non avesse occultamente piú importanti cagioni.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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