Succedette alla fine di questo anno concordia tra 'l re de' romani e il re cattolico, discordi per causa del governo de' regni di Castiglia. La quale, trattata lungamente nella corte del re di Francia e avendo molte difficoltà, fu per poco consiglio del cardinale di Roano (che non considerò quanto questa congiunzione fusse male a proposito delle cose del suo re) condotta a perfezione; perché, parendogli forse che il farsene autore gli potesse giovare a pervenire al pontificato, se ne interpose con grandissima diligenza e fatica: con la quale e con l'autorità sua indusse Massimiliano a consentire che il re cattolico, in caso non avesse figliuoli maschi, fusse governatore di quegli reami insino che Carlo nipote comune pervenisse all'età di venticinque anni, né pigliasse il nipote titolo regio vivente la madre, che aveva titolo di reina, perché in Castiglia non sono le femmine escluse da' maschi; pagasse il re cattolico a Cesare ducati cinquantamila, aiutasselo secondo i capitoli di Cambrai insino a tanto avesse acquistato e recuperato le cose sue, e a Carlo pagasse ciascuno anno quarantamila ducati. Per la quale convenzione stabilito il re di Aragona nel governo del regno di Castiglia, e avuta facoltà di acquistare fede appresso a Cesare, per essere levate via le differenze tra loro e per essere in tutti due il medesimo interesse del nipote comune, potette con maggiore animo attendere a impedire la grandezza del re di Francia, la quale per l'interesse del reame di Napoli gli era sempre sospetta.
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