Però si interponeva col pontefice perché tra loro si introducesse qualche concordia. Ma al pontefice pareva giusto che 'l re si rimovesse da questa protezione, allegando averla presa contro a' capitoli di Cambrai: per i quali, fatti sotto colore di restituire quello che era occupato alla Chiesa, si proibiva che alcuno de' confederati pigliasse la protezione de' nominati dall'altro, e da sé essere stato nominato il duca di Ferrara: e di piú, che alcuno non si intromettesse delle cose appartenenti alla Chiesa. Confermarsi il medesimo per la confederazione fatta particolarmente tra loro a Biagrassa, nella quale espressamente si diceva che 'l re non tenesse protezione alcuna di stati dependenti dalla Chiesa e non ne accettasse in futuro, annullando tutte quelle che per il passato avesse preso. Alle quali cose benché per la parte del re si rispondesse, contenersi nella medesima convenzione che ad arbitrio suo si conferissino i vescovadi di qua da' monti, il che il pontefice avere violato nel primo vacante, avere medesimamente contravenuto in favore de' viniziani a' capitoli fatti a Cambrai, onde essergli lecito non osservare a lui le cose promesse; nondimeno, per non avere per gli interessi del duca di Ferrara a venire all'armi col pontefice, proponeva condizioni per le quali, non si contravenendo totalmente né direttamente al suo onore, potesse il pontefice restare in maggiore parte sodisfatto negli interessi che la Chiesa ed egli pretendevano contro ad Alfonso; ed era oltre a questo contento obligarsi, secondo una richiesta fatta dal pontefice, che le genti franzesi non passassino il fiume del Po, se non in quanto fusse tenuto per la protezione de' fiorentini o per dare molestia a Pandolfo Petrucci e a Giampaolo Baglione, sotto pretesto de' danari promessigli dall'uno e intercettigli dall'altro.
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