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      In modo che si conosce che non alcuna malignità ma solo il timore, accresciuto per l'autorità di tale capitano, fu cagione non che si deliberasse ma piú tosto che in breve spazio di tempo, in tanto tumulto in tanti strepiti d'arme in tanti tuoni d'artiglierie nuovi agli orecchi nostri, si precipitasse ad arrenderci a viniziani; la felicità de' quali e la potenza non era tale che ci dovesse per se stessa invitare a questo: e quanto sieno diversi i falli nati dal timore e dallo errore da quegli peccati che sono mossi dalla fraude e dalla mala intenzione è manifestissimo a ciascuno. Ma quando bene la nostra fusse stata non paura ma volontà di rebellarsi, e fusse stato consiglio e consentimento universale di tutti, non, in tanta confusione, piú presto movimento e ardire di pochi non contradetto dagli altri, e che i peccati di quella infelice città fussino del tutto inescusabili, le nostre calamità da quel tempo in qua sono state tali che si potrebbe veramente dire che la penitenza fusse senza comparazione stata maggiore che il peccato: perché dentro alle mura, per le rapine de' soldati stati alla guardia nostra, siamo stati miserabilmente spogliati di tutte le facoltà; e chi non sa quel che, di fuora, per la guerra continua abbiamo patito? e che rimane piú in questo misero paese che sia salvo? Arse tutte le case delle nostre possessioni, tagliati tutti gli alberi, perduti gli animali, non condotte al debito fine già due anni le ricolte, impedite in grande parte le semente, senza entrate e senza frutti, senza speranza che mai piú possa risorgere questo distruttissimo paese, siamo ridotti in tante angustie, in tanta miseria che, avendo consumato per sostentare la vita nostra, per resistere a infinite spese che per necessità abbiamo fatte, tutto quello che occultamente ci avanzava, non sappiamo piú come in futuro possiamo pascere noi medesimi e le famiglie nostre.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094