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      Non feciono queste cose i soldati viniziani ma il popolo di Vicenza, scoprendo sete smisurata del sangue tedesco. Non mancò per la perfidia vostra che l'esercito viniziano, se conosciuta l'occasione avesse seguitato la vittoria, non pigliasse Verona. Né furono questi i consigli o conforti di Fracassa, il quale circonvenuto dalle vostre false calunnie ha giustificata chiaramente la sua innocenza; fu pure la vostra malignità, fu l'odio che senza cagione avete al nome tedesco. Sono i peccati vostri inescusabili, sono sí grandi che non meritano rimessione; sarebbe non solo di gravissimo danno ma eziandio vituperabile quella clemenza che si usasse con voi, perché si conosce chiaramente che in ogni occasione fareste peggio. Né sono stati errori i vostri ma sceleratezze; né i danni che voi avete ricevuti sono stati per penitenza de' delitti ma perché contumacemente avete voluto perseverare nella rebellione: e ora chiedete la pietà e la misericordia di Cesare, il quale avete tradito, quando abbandonati da' viniziani non avete modo alcuno di difendervi. Aveva deliberato il principe di non vi udire: cosí era la mente e la commissione di Cesare; non ha potuto negarlo perché cosí è stata la volontà di Ciamonte; ma non per questo si altererà quella sentenza che, dal dí della vostra rebellione, è stata sempre fissa nella mente di Cesare: non vi vuole il principe altrimenti che a discrezione delle facoltà, della vita e dell'onore. Né sperate che questo si faccia per avere facoltà di dimostrare piú la sua clemenza, ma si fa per potere piú liberamente farvi esempio a tutto il mondo della pena che si conviene contro a coloro che sí sceleratamente hanno mancato al principe suo della loro fede.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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