Avuto Ciamonte il comandamento dal re di soprasedere, voltò l'animo all'espugnazione di Monselice; e perciò, subito che furno unite co' tedeschi quattrocento lancie spagnuole guidate dal duca di Termini, le quali mandate dal re cattolico in aiuto di Massimiliano avevano, secondo le consuete arti loro, camminato tardissimamente, gli eserciti, passato il fiume della Brenta e dipoi alla villa della Purla il fiume del Bacchiglione, presso a cinque miglia di Padova, arrivorono a Monselice; avendo in questo tempo patito molto nelle vettovaglie e ne' saccomanni, per le correrie de' cavalli che erano in Padova e in Monselice: da' quali anche fu preso Sonzino Benzone da Crema condottiere del re di Francia, che con pochi cavalli andava a rivedere le scorte; il quale, perché era stato autore della ribellione di Crema, Andrea Gritti, avendo piú in considerazione l'essere suddito de' viniziani che l'essere soldato degl'inimici, fece subito impiccare. Sorge nella terra di Monselice, posta nella pianura, come uno monte di sasso (dal quale è detta Monselice) che si distende molto in alto; nella sommità del quale è una rocca, e per il dosso del monte, che tuttavia si ristrigne, sono tre procinti di muraglia, il piú basso de' quali abbraccia tanto spazio che a difenderlo da esercito giusto sarebbeno necessari duemila fanti. Abbandonorno gli inimici subitamente la terra; nella quale alloggiati i franzesi piantorno l'artiglieria contro al primo procinto, con la quale essendosi battuto assai e da piú lati, i fanti spagnuoli e guasconi cominciorono senza ordine ad accostarsi alla muraglia, tentando di salire dentro da molte parti.
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