Ma era molto superiore la virtú delle genti che erano in Verona, perché nell'esercito viniziano non erano altri fanti che italiani; e quegli, pagati per l'ordinario ogni quaranta dí, stavano a quel servizio piú per trovare in altri luoghi piccola condizione che per altre cagioni: conciossiaché la fanteria italiana, non assueta all'ordinanze oltramontane né stabile in campagna, fusse allora quasi sempre rifiutata da coloro che avevano facoltà di servirsi di fanti forestieri, massimamente di fanti svizzeri di tedeschi e di spagnuoli. Però, essendo con maggiore virtú sostentata la difesa che fatta l'offesa, usciti una notte ad assaltare l'artiglieria circa mille ottocento fanti con alcuni cavalli de' franzesi, e messi in fuga facilmente i fanti che vi erano alla guardia, ne chiavorono due pezzi; e sforzandosi di condurgli dentro, ed essendo già levato il romore per tutto il campo, soccorse con molti fanti il Zitolo da Perugia, il quale combattendo valorosamente finí la vita con molta gloria: ma sopragiugnendo Dionigi di Naldo e la maggiore parte dello esercito, furno costretti quegli di dentro, lasciata quivi l'artiglieria, a ritirarsi; ma con laude non piccola, avendo da principio rotti i fanti che la guardavano, ammazzato parte di quegli che primi vennono al soccorso e tra gli altri il Zitolo colonnello molto stimato di fanti, e preso Maldonato capitano spagnuolo, e ultimamente ritiratisi salvi quasi tutti. Finalmente, i capitani viniziani, inviliti da questo accidente né sentendo farsi per il popolo movimento alcuno, giudicando anche non solo inutile ma pericoloso il soprastarvi perché l'alloggiamento era male sicuro, essendo alloggiati i fanti in sul monte e i cavalli nella valle assai lontani da' fanti, deliberorono di ritirarsi allo alloggiamento vecchio di San Martino: la quale deliberazione fece accelerare il presentirsi che Ciamonte, essendo già partiti i svizzeri, inteso il pericolo di Verona veniva a soccorrerla.
| |
Verona Zitolo Perugia Dionigi Naldo Zitolo Maldonato San Martino Ciamonte Verona
|