Nel levarsi il campo entrorono i saccomanni di Verona, accompagnati da grossa scorta, nella Valle Pollienta contigua al monte di San Felice; ma, essendo venuti al soccorso molti cavalli leggieri de' viniziani, i quali presono la bocca della valle, furono tutti quegli che erano usciti di Verona o ammazzati o fatti prigioni. Da San Martino, per la fama della venuta di Ciamonte, l'esercito veneto si ritirò a San Bonifazio. Nel quale tempo le genti che erano alla guardia di Trevigi presono per accordo la terra di Assilio propinqua al fiume Musone, dove erano ottocento fanti tedeschi, e poi la rocca. E nel Friuli si procedeva con le medesime variazioni e con le crudeltà consuete, non piú guerreggiando con gli inimici ma attendendosi da ogni parte alla distruzione ultima degli edifici e del paese: i quali mali consumavano medesimamente la Istria.
Succedette in questo tempo, per modo molto notabile, la liberazione dalla carcere del marchese di Mantova, trattata dal pontefice, mosso dalla affezione che prima gli aveva e da disegno di usare l'opera sua e servirsi delle comodità del suo stato nella guerra contro al re di Francia: e si credette per tutta Italia egli essere stato causa della sua liberazione. Nondimeno io intesi già da autore degno di fede, e per mano del quale passava allora tutto il governo dello stato di Mantova, essere stata molto diversa la cagione. Perché dubitandosi, come era la verità, che i viniziani, per l'odio che gli avevano e per il sospetto che avevano di lui, non fussino inclinati a tenerlo perpetuamente incarcerato, ed essendosi invano tentato molti rimedi, fu determinato nel consiglio di Mantova di ricorrere a Baiset principe de' turchi; l'amicizia del quale il marchese, col mandargli spessi messi e vari presenti, aveva molti anni intrattenuta.
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