Queste erano le deliberazioni e i preparamenti del re di Francia, non approvati in tutto dal suo consiglio e dalla sua corte; i quali, considerando quanto possa essere inutile il dare spazio di tempo allo inimico, lo stimolavano a non differire il muovere dell'armi insino al tempo nuovo: il consiglio de' quali se fusse stato seguitato si metteva subito il pontefice in tante molestie, e si perturbavano di maniera le cose sue, che non gli sarebbe per avventura stato facile, come poi fu, concitare tanti príncipi contro a lui. Ma il re perseverò in altra sentenza, o dominato dalla avarizia o raffrenato da timore che facendo da sé solo guerra al pontefice non si ritenessino gli altri príncipi, o avendolo forse in orrore per essere cosa contraria al cognome del cristianissimo e alla professione di difendere la Chiesa, che sempre ne' tempi antichi aveano fatta i suoi predecessori.
Lib.9, cap.10
Accanimento del pontefice per prendere Ferrara. Fazione franco veneziana presso Montagnana. I francesi minacciano Modena. Il duca di Ferrara occupa Cento e altre terre; quindi accorre ad impedire a' veneziani il passaggio del Po. Le armi spirituali usate dal pontefice contro il duca di Ferrara e i suoi aderenti. Decisioni del clero gallicano; cardinali dissidenti dal pontefice.
Entrò il pontefice in Bologna alla fine di settembre, disposto ad assaltare con tutte le forze sue e de' viniziani Ferrara, per terra e per acqua. Però i viniziani, ricercatine da lui, mandorono due armate contro a Ferrara; le quali entrate nel fiume del Po, l'una per le Fornaci l'altra per il porto di Primaro, facevano nel ferrarese gravissimi danni: non mancando nel tempo medesimo le genti del pontefice di scorrere e predare per tutto il paese, ma non si accostando a Ferrara, nella quale città oltre alle genti del duca erano dugento cinquanta lancie franzesi.
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