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      Perché, se bene gli ecclesiastici fussino pagati per ottocento uomini d'arme secento cavalli leggieri e seimila fanti, nondimeno, oltre a essere la maggiore parte gente collettizia, il numero (come i pontefici comunemente sono malserviti nelle cose della guerra) era molto minore; e si aggiugneva che, avendo Ciamonte dopo la perdita di Modona mandate tra Reggio e Rubiera dugento cinquanta lancie e dumila fanti, erano per comandamento del pontefice andati con l'esercito alla guardia di Modena Marcantonio Colonna e Giovanni Vitelli, con dugento uomini d'arme e ottocento fanti. Però il pontefice faceva instanza che dell'esercito viniziano, il quale, essendo molto diminuite a Verona e per tutto le forze di Cesare, aveva senza difficoltà recuperato quasi tutto il Friuli, ne passasse una parte nel ferrarese, che di nuovo avea recuperato il Polesine di Rovigo, abbandonato per le molestie che il duca aveva intorno a Ferrara. Aspettava similmente il pontefice trecento lancie spagnuole, quali dimandate da lui per l'obligo della investitura gli erano mandate dal re d'Aragona, sotto Fabrizio Colonna; disegnando che, unite queste con l'esercito suo, assaltassino da una parte Ferrara e dall'altra l'assaltassino le genti de' viniziani; e persuadendosi che 'l popolo di Ferrara, subito che l'esercito si accostasse alle mura, piglierebbe l'armi contro al duca: con tutto che i capitani suoi gli dimostrassino, il presidio che vi era dentro essere tale che facilmente poteva difendere la città contro agli inimici e contenere il popolo, quando bene avesse inclinazione di tumultuare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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