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      Ed era certamente cosa notabile, e agli occhi degli uomini molto nuova, che il re di Francia, principe secolare, di età ancora fresca e allora d'assai prospera disposizione, nutrito dalla giovanezza nell'armi, al presente riposandosi nelle camere, amministrasse per capitani una guerra fatta principalmente contro a lui; e da altra parte vedere che il sommo pontefice, vicario di Cristo in terra, vecchio e infermo e nutrito nelle comodità e ne' piaceri, si fusse condotto in persona a una guerra suscitata da lui contro a cristiani, a campo a una terra ignobile; dove sottoponendosi, come capitano d'eserciti, alle fatiche e a' pericoli, non riteneva di pontefice altro che l'abito e il nome.
      Procedevano, per la sollecitudine estrema per le querele per le promesse per le minaccie, le cose con maggiore celerità che altrimenti non arebbono fatto; e nondimeno, repugnando molte difficoltà, procedevano lentamente, per il piccolo numero de' guastatori, perché nell'esercito non erano molte artiglierie né quelle de' viniziani molto grosse, e perché per l'umidità del tempo le polveri facevano con fatica l'ufficio consueto. Difendevansi arditamente quegli di dentro, a' quali era preposto Alessandro da Triulzio con [quattrocento] fanti forestieri, sostenendo con maggiore virtú i pericoli per la speranza del soccorso promesso da Ciamonte: il quale, avendo avuto comandamento dal re di non lasciare occupare al pontefice quella terra, aveva chiamati a sé i fanti spagnuoli che erano in Verona; e raccogliendo da ogni parte le genti sue e soldando continuamente fanti, e il medesimo facendo fare al duca di Ferrara, prometteva d'assaltare, innanzi che passasse il vigesimo dí di gennaio, il campo inimico.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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