Dalla Mirandola andò a Sermidi nel mantovano, castello posto in sulla riva del Po, pieno di grandissima speranza di acquistare senza dilazione alcuna Ferrara; per il che, il dí medesimo che ottenne la Mirandola, aveva molto risolutamente risposto ad Alberto Pio non volere piú porgere l'orecchie a ragionamento alcuno di concordia se, innanzi che si trattassino l'altre condizioni della pace, non gli era consegnata Ferrara.
Ma per nuova deliberazione de' franzesi variorno i suoi pensieri. Perché il re, considerando quanto per la perdita della Mirandola fusse diminuita la riputazione delle cose sue, e disperando che l'animo del papa si potesse piú ridurre spontaneamente a quieti consigli, comandò a Ciamonte che non solamente attendesse a difendere Ferrara ma che oltre a questo non si astenesse, presentandosegli occasione opportuna, da offendere lo stato della Chiesa; onde raccogliendo Ciamonte da ogni parte le genti, il pontefice per consiglio de' capitani si ritirò a Bologna: dove stato pochi dí o per timore o per sollecitare, secondo diceva, di luogo piú vicino l'oppugnazione della bastia del Genivolo, contro alla quale disegnava mandare alcuni soldati che aveva in Romagna, venne a Lugo; e se ne andò finalmente a Ravenna, non gli parendo forse sí piccola espedizione degna della presenza sua.
Lib.9, cap.14
Discussione e deliberazioni de' capitani francesi e del duca di Ferrara. Parere del Triulzio. Il pontefice consegna Modena al re de' romani. Morte di Ciamonte e giudizio dell'autore su di lui.
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