Piú utile e piú sicuro essere il voltarsi verso Modona o verso Bologna: perché se gli inimici, temendo di non perdere qualcuna di quelle città, si movessino, si conseguiterebbe il fine che si cercava, di liberare Ferrara dalla guerra; non si movendo, si poteva facilmente acquistare o l'una o l'altra, il che succedendo, maggiore necessità gli tirerebbe a difendere le cose proprie; e forse che, uscendo di sito sí forte, s'arebbe occasione di ottenere qualche preclara vittoria. Questa era la sentenza del Triulzo: nondimeno, per la inclinazione di Ciamonte e degli altri capitani franzesi a detrarre alla sua autorità, fu approvato l'altro consiglio; affaticandosene oltre a questo sommamente Alfonso da Esti, perché sperava che gli inimici sarebbono necessitati a discostarsi dal suo stato, il quale afflitto e consumato diceva essere impossibile che sostenesse piú lungamente sí grave peso; perché temeva che se i franzesi s'allontanavano non entrassino le genti inimiche nel Polesine di Ferrara, onde la infermità di quella città, privata di tutto lo spirito che gli rimaneva, irrimediabilmente s'aggravava.
Andò adunque l'esercito franzese per il cammino di Lucera e di Gonzaga ad alloggiare a Razzuolo e alla Moia, ove soggiornò per l'asprezza del tempo tre dí; rifiutando il consiglio di chi proponeva s'assaltasse la Mirandola, perché era impossibile alloggiare alla campagna, e alla partita del pontefice erano stati abbruciati i borghi e tutte le case all'intorno. Non piacque similmente l'assaltare la Concordia lontana cinque miglia, per non perdere tempo in cosa di piccola importanza.
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