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      Venne Alfonso da Esti, come era destinato, allo Spedaletto, e la notte seguente cominciò a tirare con l'artiglierie contro al Bondino; e nel tempo medesimo il Triulzio mandò Gastone monsignore di Fois, figliuolo di una sorella del re (il quale, giovanetto, era l'anno dinanzi venuto all'esercito), a correre, con cento uomini d'arme quattrocento cavalli leggieri e cinquecento fanti, insino alle sbarre dell'alloggiamento degli inimici: il quale messe in fuga cinquecento fanti destinati alla guardia di quella fronte; onde gli altri tutti, lasciato guardato il Bondino, si ritirorno di là dal canale nel sito forte. Ma non succedette al Triulzo alcuna delle cose destinate; perché l'artiglieria piantata contro al Bondino, essendovi in mezzo il Po, faceva per la distanza del luogo piccolo progresso, e molto piú perché cresciuto il fiume, e tagliato l'argine da quegli che erano nel Bondino, allagò talmente il paese che dalla fronte degli alloggiamenti franzesi al Bondino non si poteva piú andare se non colle barche: di maniera che 'l capitano, disperato di potere piú condursi per quella via agli alloggiamenti degli inimici, chiamò da Verona dumila fanti tedeschi e ordinò si soldassino tremila grigioni, per accostarsi loro per la via di San Felice; in caso che, per opera del vescovo Gurgense, non si introducesse la pace.
      La cui venuta era stata alquanto piú tarda perché a Salò, in sul lago di Garda, aveva aspettato piú dí invano la risposta del pontefice; il quale aveva per lettere ricercato che mandasse imbasciadori a trattare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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