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      E fu ancora, nella elezione di Pisa, seguitata in qualche parte la felicità dello augurio, per la memoria di due concili che vi erano stati celebrati prosperamente: l'uno quando quasi tutti i cardinali, abbandonati Gregorio [duodecimo] e Benedetto [tredecimo] che contendevano del pontificato, celebrando il concilio in quella città, elessono in pontefice Alessandro quinto; l'altro piú anticamente quando... Aveano prima i fiorentini consentitolo al re di Francia, il quale gli aveva ricercati, proponendo essere autore della convocazione del concilio non meno Cesare che egli, e consentirvi il re d'Aragona: degni di essere lodati forse piú del silenzio che della prudenza o della fortezza dell'animo; perché, o non avendo ardire di dinegare al re quel che era loro molesto o non considerando quante difficoltà e quanti pericoli potesse partorire uno concilio che si celebrava contro alla volontà del pontefice, tennono tanto secreta questa deliberazione, fatta in un consiglio di piú di cento cinquanta cittadini, che e fusse incerto a' cardinali (a' quali il re di Francia ne dava speranza ma non certezza) se l'avessino conceduto, e al pontefice non ne pervenisse notizia alcuna.
      Pretendevano i cardinali potersi giuridicamente convocare da loro il concilio senza l'autorità del pontefice, per la necessità evidentissima che aveva la Chiesa di essere riformata (come dicevano) non solamente nelle membra ma eziandio nel capo, cioè nella persona del pontefice; il quale, (secondo che affermavano) inveterato nella simonia e ne' costumi infami e perduti né idoneo a reggere il pontificato, e autore di tante guerre, era notoriamente incorrigibile, con universale scandolo della cristianità, alla cui salute niun altra medicina bastava che la convocazione del concilio: alla qual cosa essendo stato il pontefice negligente, essersi legittimamente devoluta a loro la potestà del convocarlo; aggiugnendovisi massimamente l'autorità dell'eletto imperadore e il consentimento del re cristianissimo, col concorso del clero della Germania e della Francia.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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