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      Da questo era ancora nato che il nome della famiglia de' Medici cominciava a essere manco esoso nella città; perché quegli ancora, emuli del gonfaloniere, che non desideravano il ritorno loro, cittadini di grande autorità, non concorrevano piú a perseguitargli, non a impedire (come altre volte si era fatto) la conversazione degli altri cittadini con loro, anzi dimostrando, per battere il gonfaloniere, di non essere alieni dalla amicizia loro facevano quasi ombra agli altri di desiderare la loro grandezza: dalla qual cosa nasceva che non solo quegli che veramente erano amici loro, che non erano di molto momento, entravano in speranza di cose nuove, ma ancora molti giovani nobili, stimolati o dalle troppe spese o da sdegni particolari o da cupidità di soprafare gli altri, appetivano la mutazione dello stato per mezzo del ritorno loro. E aveva con grande astuzia nutrito e augumentato piú anni questa disposizione il cardinale de' Medici; perché dopo la morte di Piero suo fratello, il cui nome era temuto e odiato, simulando di non si volere intromettere delle cose di Firenze né di aspirare alla grandezza antica de' suoi, aveva sempre con grandissime carezze ricevuto tutti i fiorentini che andavano a Roma e affaticatosi prontamente nelle faccende di tutti e, non meno degli altri, di quegli che si erano scoperti contro al fratello; trasferendo di tutto la colpa in lui, come se l'odio e l'offese fussino terminate con la sua morte: nel quale modo di procedere essendo continuato piú anni, e accompagnato dalla fama che aveva nella corte di Roma di essere, per natura, liberale ossequioso e benigno a ciascuno, era diventato in Firenze grato a molti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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