ranno o da' turchi. Aiutate, mentre che voi potete, cittadini, la vostra patria e la vostra libertà; e vi persuadete non potere fare cosa alcuna piú grata e piú accetta al sommo Iddio, e che a rimuovere la guerra dalle case dalle possessioni da i tempii, e da i monasteri vostri non è migliore rimedio che fare conoscere, a chi pensa di offendervi, che voi siete determinati di non pretermettere cosa alcuna per difendervi. -
Udito il parlare del gonfaloniere non fu difficoltà alcuna che la legge proposta non fusse approvata dal consiglio maggiore. Dalla qual cosa benché crescesse sopra modo la indignazione del pontefice e si concitasse tanto piú al disporre i confederati a rompere la guerra a' fiorentini, nondimeno rimossono da questa sentenza e lui e quegli che in Italia trattavano per il re d'Aragona le persuasioni di Pandolfo Petrucci; il quale, confortando che si assaltasse Bologna, detestava il muovere la guerra in Toscana: allegando che Bologna, impotente per se medesima a difendersi, sarebbe solamente difesa dalle forze del re di Francia; ma per i fiorentini resisterebbe e la potenza di loro medesimi e, per l'utilità propria non meno che per Bologna, il medesimo re. I fiorentini, se bene inclinati con l'animo al re di Francia, nondimeno prudenti e gelosi della conservazione dello stato loro, non avere in tanti moti a instanza sua offeso alcuno coll'armi, né gli essere stati utili in altro che in accomodarlo, per difesa dello stato di Lombardia, di dugento uomini d'arme, per gli oblighi della capitolazione fatta comunemente col re cattolico e con lui: non potersi fare cosa piú grata né piú utile al re di Francia che necessitare i fiorentini a partirsi dalla neutralità, e fare diventare la causa loro comune con la causa sua; ed essere grande imprudenza, avendo invano il re astrettigli con molti prieghi e promesse che si dichiarino per lui, che gli inimici suoi sieno cagione di fargli conseguire quello che con l'autorità sua non avesse potuto ottenere: comprendersi da ciascuno per molti segni, ma averne egli certissima notizia, che a' fiorentini era molestissimo che il concilio si celebrasse in Pisa, né averlo consentito per altro che per non avere avuto ardire di repugnare alle dimande del re di Francia, fatte subito dopo la rebellione di Bologna e quando non si vedevano armi opposite in Italia; e che era certo concorrere al concilio l'autorità di Cesare, e si credeva che anche vi fusse il consentimento del re cattolico: sapere egli medesimamente che i fiorentini non erano per tollerare che nel dominio loro si fermassino soldati franzesi, ed essere cosa molto perniciosa il minacciargli o l'aspreggiargli, anzi per il contrario essere utilissimo il trattare con mansuetudine e con dimostrazione di ammettere le loro scuse; perché cosí procedendo o si otterrebbe da loro, col tempo o con qualche occasione, quel che ora non si poteva sperare, o almeno, non gli costringendo a fare per timore nuove deliberazioni, si addormenterebbono in modo che ne' tempi pericolosi non nocerebbeno, e ottenendosi la vittoria sarebbe in potestà de' confederati dare quella forma al governo de' fiorentini che piú giudicassino espediente.
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